Lo scafoide è una delle ossa carpali della mano che si trovano a livello del polso. Frequentemente può andare incontro a una frattura. Di solito riguarda soggetti giovani, in attività sportiva o lavorativa.
La frattura dello scafoide si verifica solitamente dopo una caduta con appoggio sul palmo della mano a polso esteso. Questo tipo di caduta è molto frequente in quanto rappresenta il modo più istintivo per proteggersi quando si cade. A volte anche un continuo stress sullo scafoide può portare a una frattura, per esempio in sportivi che utilizzano molto le mani come ginnasti o scalatori.
I sintomi possono essere dolore e gonfiore intorno al polso, possono presentarsi in maniera importante o molto tenue, portando in alcuni casi anche a un non riconoscimento della frattura. La diagnosi avviene mediante l’anamnesi e la visita del medico, che potrebbe individuare un punto di dolore molto intenso premendo sul polso. É necessaria una radiografia, che tuttavia potrebbe non mostrare la frattura. In caso di radiografia iniziale negativa, è fondamentale procedere con un’immobilizzazione temporanea e ripetere la radiografia a distanza di 10-14 giorni. In caso di ulteriori dubbi, il chirurgo della mano può prescrivere una risonanza magnetica o una Tac.
Il trattamento varia a seconda del tipo di frattura, se composta (senza spostamento dei frammenti ossei) è possibile immobilizzare il polso per circa 4-6 settimane, per ottenere una buona guarigione. In caso di fratture scomposte o quando il paziente necessita un più rapido ritorno all’attività sportiva o lavorativa può essere indicato un intervento chirurgico, che grazie a tecniche mini invasive permette di ridurre il periodo di immobilizzazione.
Il trattamento riabilitativo è fondamentale per un recupero completo. In fase acuta, si può aiutare la consolidazione con la Magnetoterapia, che facilita i normali processi fisiologici per la formazione del callo osseo. Durante il periodo di immobilizzazione è molto importante mantenere il movimento delle dita e, una volta tolto il tutore, il polso può rimanere rigido se non trattato adeguatamente. Dopo l’intervento chirurgico è necessario iniziare una mobilizzazione precoce per il recupero del movimento del polso, seguendo la guida di un terapista esperto della mano.
La guarigione dello scafoide, in caso di frattura, può essere lenta e difficile a causa della sua particolare vascolarizzazione. É importante diagnosticare e trattare una frattura di scafoide il prima possibile, per evitare che vada incontro a complicazioni. Le complicazioni più comuni sono: il ritardo di consolidazione quando l’osso non è guarito completamente dopo quattro mesi di immobilizzazione. In questi casi, può essere utile il trattamento con magnetoterapia e onde d’urto. Se i tempi di non guarigione dell’osso si protraggono si va incontro alla cosiddetta pseudoartrosi, dove la frattura non è saldata e risulta ormai insaldabile e porta a degenerazione ossea. Questa condizione può manifestarsi a distanza di mesi o anche di anni dal trauma. Vanno solitamente incontro a pseudoartrosi le fratture non riconosciute e quindi non trattate o le fratture trattate inadeguatamente. Questa condizione può necessitare un intervento chirurgico con eventuali innesti di osso prelevati da altra sede. Un’ ulteriore complicanza alla quale può andare incontro una frattura di scafoide è la cosiddetta necrosi avascolare, legata alla scarsa vascolarizzazione dell’osso, che può portare alla “morte” di una parte dello scafoide, che non riceve più il nutrimento necessario. Se non trattate chirurgicamente, la pseudoartrosi e la necrosi dello scafoide possono portare nel tempo un’importante artrosi del polso.
Quelle dello scafoide sono fratture difficili da trattare e da diagnosticare, che possono portare a dolori cronici difficilmente trattabili e limitazioni permanenti. Importante in caso di dubbio rivolgersi ad un medico specialista della mano.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Marina Pugno – Terapista della mano